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Su Dan, un curatore che viaggia tra Cina e Italia per raccontare le storie romantiche dello spazio

criPublished: 2022-06-14 15:59:51
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Cinitalia: la Cina e l’Italia rappresentano rispettivamente il mondo orientale e quello occidentale, per cui si diversificano molto; ma al contempo, esistono diversi punti in comune e ciò spiega perché l’Italia è chiamata “la Cina d’Europa”. Dalle Sue esperienze di curatore, quali sono le diversità tra le due mentalità e quali i punti in comune?

Prof. Su: Gli artisti cinesi e italiani provengono da due mondi diversi di pensiero: gli artisti italiani sono più critici e chiedono sempre a se stessi: “chi sono io?” Invece gli artisti cinesi sono più emotivi. Tuttavia, le persone di entrambi i Paesi sono piene di entusiasmo; sono inoltre ospitali, amano la buona tavola e danno valore alla famiglia. Tutti i familiari si riuniscono sempre per mangiare insieme.

Nella Triennale di Milano del 2019, abbiamo realizzato la mostra “China, Environmental Consciousness in Design”, in occasione della quale è stata esposta l’opera fotografica “My Relatives and Friends”. L’autore, Li Haibing, ha riordinato centinaia di migliaia di sue foto sul tema “famiglia”; un raggio di luce proiettato sul muro trasmetteva al visitatore un senso di nostalgia per il passato e di attaccamento alla famiglia. Gli italiani si sono molto commossi durante la visita a causa dei profondi valori familiari che li accomunano ai cinesi. In effetti, nel primo progetto espositivo italiano erano state avanzate proposte su come ricostruire il concetto di famiglia e su come trasmetterlo alle persone. Anche se la società occidentale tende a promuovere l'individualismo, la società umana non può essere costruita senza l'unità armoniosa e accogliente della famiglia.

Il lavoro del curatore è la rappresentazione estetica della narrazione nello spazio

Cinitalia: Quali sono secondo Lei le somiglianze e le differenze tra la percezione cinese e quella occidentale dello "spazio"? In che modo le sue mostre aiutano le persone a capire meglio lo spazio e la relazione tra le persone e lo spazio?

Prof. Su: Il lavoro del curatore si concentra sulla narrazione e sulla rielaborazione. Prima di tutto bisogna identificarsi con il concetto dello spazio. Lo spazio stesso rappresenta una componente narrativa e ha un proprio linguaggio e vocabolario. In condizioni spaziali prestabilite, è possibile rimodellarlo per riuscire a portare i visitatori ad adattarsi ai cambiamenti dello spazio e del contenuto durante la loro visita. Anche la musica del compositore italiano Ennio Morricone ha una sua estetica narrativa. Il senso di solitudine e di disorientamento del pianista nel film The Legend of 1900 si concretizza attraverso la narrazione musicale. La musica di Ennio Morricone ha una sua estetica narrativa: la solitudine del Novecento e il senso di smarrimento sono realizzati attraverso la narrazione musicale.

Carlo Scarpa è un architetto-designer modernista italiano. Egli eccelle nell’uso dello spazio per la narrazione. Anni fa, mi trovavo per caso nel complesso funebre monumentale Brion, progettato da Scarpa; ho trovato la stessa forza di narrazione spaziale. Quando ho messo piede per la prima volta nel Brion, mi ci sono volute tre ore per visitarlo. Là ho visto la vita e la morte; ho visto anche l’incontro fra i morti e i vivi. È stato molto emozionante. Dal Brion ho tratto ispirazione per la mostra “A Documenta Celebrating Liang Sicheng’s 120th Anniversary”. Le cose da esporre erano tante, ma lo spazio non era sufficiente. Ho deciso così di utilizzare la struttura di un cimitero. I visitatori, accorsi per rendergli omaggio, non hanno provato la sensazione di sovraffollamento. Traspare dalla mostra un senso di commemorazione, sia nel concreto che nell’astratto. Le persone che visitano la mostra, si chinavano per leggere i testi, come se leggessero iscrizioni sulle lapidi.

Cinitalia: Prima di “A Documenta Celebrating Liang Sicheng’s 120th Anniversary”, ha anche curato un’altra mostra legata all’Italia: “100 years of Design History. The Biagetti-Koenig Collection” per Tsinghua University Arte Museum.

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