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Su Dan, un curatore che viaggia tra Cina e Italia per raccontare le storie romantiche dello spazio

criPublished: 2022-06-14 15:59:51
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"Il lavoro del curatore si concentra sulla narrazione e sulla rielaborazione. Prima di tutto bisogna identificarsi con il concetto di spazio. Lo spazio stesso rappresenta una componente narrativa e ha un proprio linguaggio e vocabolario. In condizioni spaziali prestabilite, è possibile rimodellarlo per riuscire a portare i visitatori ad adattarsi ai cambiamenti dello spazio e del contenuto durante la loro visita."

Su Dan, direttore del China National Artes and Crafts Museum e professore dell’Academy of Arts & Design del Tsinghua University è anche un curatore che viaggia tra la Cina e l’Italia. Dal Salone Internazionale del Mobile di Milano nel 2006, l’Italia, il Paese dell’arte, lo ha sempre accompagnato. Negli ultimi 15 anni, il Professore Su Dan ha curato, in Cina e in Italia, una serie di mostre specifiche dal valore universale, tra cui la mostra “Community and Individual”; ha inoltre collaborato con la Domus Academy di Milano e con la Nuova Accademia delle Belle Arti Milano (NABA); si è occupato della mostra “Endless Feast” che esplora la cultura culinaria della Cina, della mostra “City Jungle, Social Forest” con NABA e Domus, del progetto “Noosphere XX1: A Mobile and Evolving School” nella Triennale di Milano e del “Design Utopia 1880-1980: 100 Years of Design History. The Biagetti-Koeing Collection” nel Qinghua University Art Museum. Nel 2015, il professore Su Dan ha ricevuto l’incarico di responsabile generale del disegno del Padiglione cinese nell’Expo di Milano e nel 2019 ha ricevuto quello di curatore generale del Padiglione cinese nella 22esima Biennale di Milano. Quest’anno ricorre “l’Anno della Cultura e del Turismo Sino-Italiano”; per omaggiare i grandi contributi offerti nel settore della cultura e dell’arte dei due Paesi, il governo italiano ha insignito il professore Su Dan dell’onorificenza di “Ordine della Stella d'Italia”.

È il design che conta maggiormente

Cinitalia: la Sua grande avventura con l’Italia inizia con la mostra. Si tratta del 2006. Qual è la storia?

Prof. Su: tutto ha avuto inizio con il Salone Satellite del Salone Internazionale del Mobile di Milano del 2006, dove ho portato i miei studenti della facoltà delle Arti Ambientali dell’Academy of Arts & Design della Tsinghua University. Il Salone Satellite è una sezione che il Salone Internazionale del Mobile di Milano dedica all’istruzione. È un evento culturale unico durante il quale professori e studenti delle facoltà di design e arte di prestigiose università del mondo si riuniscono nel mese di aprile per ricevere consensi e riconoscimenti da parte di professionisti e cittadini italiani. Milano è una città cosmopolita, nella quale una sola apparizione non è sufficiente, ma serve tornare diverse volte. A quel tempo, il Salone aveva una regola: in linea di principio, una scuola poteva presentarsi solo una volta. Ma, poiché eravamo ben preparati, siamo riusciti a essere presenti per tre volte consecutive. In occasione della cerimonia di apertura, abbiamo invitato illustri nomi di spicco del design italiano quali Andrea Branzi ed Alessandro Mendini che ci hanno dato ottime valutazioni.

Cinitalia: dalle mostre di design a quelle d’arte, negli anni seguenti, Lei ha progettato una serie di mostre di livello molto alto; potrebbe parlarci di quelle più rappresentative?

Prof. Su: col passare del tempo, abbiamo realizzato una mostra mobile, digitale e virtuale. Ci siamo recati a Milano con delle scatole, all’interno delle quali c’era il nostro materiale espositivo che riguardava la pianificazione urbanistica di Milano; grazie alla nostra ottima preparazione, i visitatori del luogo hanno dimostrato molto interesse. Tutto quello che avevamo mostrato si è concretizzato, lasciando tutti piacevolmente sorpresi. Nel 2015 accanto al Duomo abbiamo allestito la mostra “Endless Feast”: l’esperto gourmet cinese, di nome Huang Ke, è un personaggio leggendario che, nell’arco di 10 anni, ha invitato a casa sua per cena 150 mila persone. A Milano abbiamo riproposto i suoi banchetti cinesi, esponendo servizi da tavola tradizionali, ricette, video e foto. L’“Endless Feast” ha catturato l’attenzione di turisti provenienti da tutte le parti del mondo, tutti molto interessati a questi elementi cinesi, da loro considerati unici e speciali. Nel 2016 abbiamo allestito una mostra in occasione della Triennale di Milano, concentrandoci sul futuro dell’istruzione e sulla comunità del futuro. Il progetto “Noosphere XX1: A Mobile and Evolving School” parte da una riflessione sul concetto di noosfera; una scuola artistica attuale e in evoluzione. Abbiamo provato a combinare diversi modelli di educazione, collaborando con esperti, istituzioni e aziende per esplorare un maggior numero di possibilità per l’innovazione dei modelli educativi e dei metodi di istruzione del futuro.

Cinitalia: secondo Lei, essendo un curatore, come si può fare per raccontare meglio la Cina di fronte al mondo occidentale?

Prof. Su: la cultura tradizionale cinese e la storia della Cina fanno parte del quadro narrativo del mondo. Spero di trasmettere a tutti la passione, la curiosità e il desiderio di conoscenza attraverso mezzi efficaci. Durante un’esposizione, l’organizzazione espositiva conta maggiormente e la forma ne è il risultato finale.

Sia i cinesi che gli italiani danno molta importanza al concetto di famiglia.

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