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【In altre parole】Approfondire il VI Plenum per conoscere la Cina

criPublished: 2021-11-16 17:18:48
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Il VI Plenum appena concluso rappresenta un momento importante per la storia del PCC e della Cina. Proprio per queste ragioni è auspicabile maggiore attenzione ed approfondimento, qui in Occidente, per comprendere lo sforzo di elaborazione collettiva che esso incarna. Sistematizzare la propria storia è un un’operazione intellettuale di primissima importanza, come ci insegna la stessa cultura classica occidentale.

Sin dai tempi antichi la comprensione degli accadimenti storici ha posto le basi per la sistematizzazione del pensiero, definendo il compito della Storia e determinando il giudizio degli uomini sugli eventi storici in base alla comprensione di essi. Ai tempi di Erodoto e Tucidide gli antichi intellettuali si ponevano il problema dell’importanza della storia e dibattevano su quale fosse il compito principale degli storici, ponendo in questo modo le basi della tradizione e della civiltà culturale che si svilupperà in Occidente sulle orme proprio di queste riflessioni formatesi nella Grecia classica. In epoca moderna il contributo del pensiero di Marx all’elaborazione di una concezione materialistica della storia delle società umane fornisce una nuova chiave di interpretazione di fatti ed avvenimenti che determinano lo sviluppo dell’uomo e delle società. Interrogarsi sulla Storia e fare un bilancio di un’epoca storica è pertanto un’operazione intellettuale di primissima importanza, che evidenza la volontà di dare una chiave di lettura unitaria ad una serie di eventi, individuando le forze motrici che ne hanno determinato lo sviluppo e traendo da esse una lezione.

Pertanto, i 197 membri e 151 supplenti del Comitato Centrale del PCC che, assieme ad altre eminenti personalità hanno preso parte ai lavori del VI Plenum del 19˚ CC ed hanno discusso ed adottato la “Risoluzione sulle grandi conquiste e l’esperienza storica dei cento anni d’imprese del partito”, hanno compiuto uno sforzo intellettuale e politico di primissima importanza. E spiace costatare come di fronte a tutto questo affascinante compito che il PCC si è dato, che ci racconta un po’ di quelle che sono le caratteristiche peculiari della sua governance, i media e gli osservatori occidentali abbiano imposto una lettura dei fatti – spiace doverlo dire in modo così netto e risoluto – sbagliata e distorta, sostenendo che la finalità ultima del Plenum sia stata quella dell’uso della storia per fini politici. Di fronte alla faticosa ricerca della comprensione e dell’assunzione di un punto di vista specifico del contesto cinese, si è preferita invece la scorciatoia di una lettura semplificata ed accomodante.

Ancora oggi ci sono eventi della storia contemporanea di diversi paesi, rispetto ai quali il dibattito storiografico e quello politico rimangono divisi sulla interpretazione dei fatti, determinando di riflesso una divisione all’interno delle stesse società. Ci sono forze politiche in Occidente che non riescono a scrivere la storia della propria organizzazione politica perché non esiste una lettura condivisa ed unitaria delle varie fasi storiche. In molti casi, per paradosso, si preferisce rimuovere la riflessione e la ricerca nella speranza di non ingenerare divisioni o rotture, ma in realtà così facendo aumenta un senso di separatezza tra le diverse posizioni. Dovrebbe pertanto indurre a profondo giudizio ed accendere viva curiosità l’operazione portata avanti dalla leadership del PCC nel lavoro corale di scrittura della propria storia e nell’individuazione di una lettura storiografica unitaria e coerente dei passaggi cruciali della vita del Partito e del Paese.

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