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50 anni di Cina all’Onu: dal riconoscimento al ruolo proattivo

criPublished: 2021-10-29 19:05:28
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Cinquant’anni fa l’Assemblea Onu sanciva che i delegati di Pechino fossero gli unici rappresentati legittimi della Cina. Dopo questa importante vittoria per il riconoscimento Pechino ha svolto un ruolo sempre più attivo e presente nella politica internazionale. Oggi si batte per la difesa di un multilateralismo vero, ossia nell’interesse di tutte le nazioni ed i popoli del mondo.

Con la risoluzione numero 2758, votata a stragrande maggioranza dei paesi membri, la 26° sessione dell'Assemblea Generale dell’ONU ripristinava tutti i diritti della Repubblica Popolare Cinese nelle Nazioni Unite e riconosceva i delegati del governo di Pechino come gli unici rappresentanti legittimi della Cina. Questo evento segnò un punto di svolta fondamentale della storia della Cina contemporanea e del suo lungo processo di riconoscimento: la Repubblica Popolare era stata fondata già da 22 anni e per tutto quel lungo arco di tempo Pechino era stata vittima di un embargo politico e diplomatico. Decisivo fu il ruolo dei paesi africani che, in massa, sostennero il diritto di Pechino di far parte dell’Onu e diventarne membro permanente del consiglio di sicurezza.

Proprio in quegli anni il processo di decolonizzazione entrava in una fase decisiva che permise alle Nazioni Unite di accogliere nuovi paesi indipendenti in via di sviluppo, il cui processo di liberazione ed indipendenza aveva molto in comune con quello cinese e nei confronti del quale mostravano profondo rispetto e forti simpatie. Nel 1971, per la prima volta, il tentativo statunitense di bloccare la restituzione a Pechino del suo legittimo seggio all’Onu fu sconfitto ed il testo adottato chiarisce inequivocabilmente che “i rappresentanti del Governo della Repubblica Popolare Cinese sono gli unici rappresentanti legali della Cina alle Nazioni Unite". Ciononostante gli Stati Uniti, anche dopo l’avvio delle relazioni bilaterali con Pechino ed il riconoscimento del suo legittimo Governo, hanno continuato a finanziare ed armare Taiwan soffiando sul fuoco del secessionismo e non risparmiando provocazioni ed ingerenze, come la recente dichiarazione del segretario di Stato Antony Blinken che proprio nel giorno in cui si festeggiava il cinquantesimo anniversario del ritorno della Cina all’Onu, ha invitato gli altri paesi a sostenere la «robusta e significativa partecipazione di Taiwan nel sistema delle Nazioni Unite».

Nel corso di queste decadi la Cina ha anche aderito a quasi tutte le organizzazioni intergovernative universali, firmando più di 600 convenzioni internazionali. Inoltre, ha promosso e partecipato ad organizzazioni regionali e internazionali ispirate al multilateralismo ed alla cooperazione internazionale, mantenendo però il principio che il mondo si governa rispettando l’esistenza di un solo sistema internazionale, con l’ONU al centro, ed un solo ordine internazionale, fondato sul diritto internazionale. Ad oggi la Cina è il secondo maggior contribuente finanziario per le operazioni Peace Keeping dei caschi blu Onu e, dal 1990, ha partecipato a circa 30 missioni di pace, inviando 50.000 soldati e diventando così il principale contributore tra i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza. Come ha recentemente ribadito l’Ambasciatore italiano a Pechino, la Cina gioca da tanti anni un ruolo fondamentale nei consessi internazionali, cosa che si lega anche ad un maggiore impegno ed accresciuti doveri in virtù del suo acquisito status di grande potenza. In effetti l’apporto cinese alla governance globale è negli ultimi anni cresciuto in maniera considerevole. Basti pensare agli impegni contro il cambiamento climatico e l’impulso all’energia verde, lo sviluppo della cooperazione internazionale e la lotta per la salute, soprattutto durante la pandemia da Covid, con l’assistenza ai paesi colpiti dall’emergenza sanitaria, l’impegno all’uso del vaccino cinese come bene pubblico e l’invio di oltre 1,5 miliardi di dosi di vaccini COVID-19 a oltre 100 paesi e organizzazioni internazionali. Accanto a questo, e non meno importante, il contributo indiretto al benessere globale: l’uscita dalla povertà di oltre 700 milioni di persone ed il contributo cinese alla crescita globale (rimasto il più alto per 15 anni consecutivi) hanno dato un apporto decisivo al raggiungimento degli obiettivi mondiali della lotta contro la povertà ed alla creazione e distribuzione della ricchezza in tutto il mondo.

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