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Covid-19, resta invariata la fiducia di Snam verso il mercato cinese

criPublished: 2020-07-29 16:57:50
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Lei come valuta la serie di misure di prevenzione e controllo adottate dalla Cina in seguito allo scoppio dell’epidemia di coronavirus, e la gestione relativa dopo il ritorno alla normalità?

Trovo che la risposta al nascere dell’epidemia sia stata pronta: nessuno si sarebbe mai immaginato di trovarsi di fronte alla chiusura in quarantena una città delle dimensioni di Wuhan. A fine gennaio sembrava qualcosa di incredibile ma si è rivelata un’azione corretta che, in Cina, ha molto circoscritto l’epidemia. Queste misure sono state poi replicate anche altrove nel mondo. L’auspicio è che ci sia ovunque un ritorno alla normalità nel più breve tempo possibile per poter ripartire con investimenti e iniziative di sviluppo.

Chiaramente, a fronte del persistere dell’esistenza del virus e in assenza di un vaccino, riaprire e tornare alla normalità non è facile. Va fatto, bilanciando sicurezza sanitaria, controlli accurati e ripresa delle attività economiche. Di concerto con i Paesi che sperimentano analoghi tassi epidemiologici, occorre dunque fare uno sforzo in più.

Nel contesto dell’emergenza globale dovuta al Covid-19, alcuni politici di Paesi occidentali, tra cui quelli degli Usa, hanno avanzato l’ipotesi di un eventuale ritiro degli investimenti dalla Cina, parlando in particolare di un possibile decoupling dal Paese asiatico. Lei come valuta queste posizioni? Per Snam, questo sarebbe uno scenario possibile?

Snam oggi è ancora all’inizio del suo percorso di investimenti in Cina, percorso che speriamo sia lungo e di successo. Nel nostro caso non vogliamo certo rinunciare a questa possibilità. Per altre aziende l’epidemia ha posto la necessità di una riflessione sull’opportunità di avere intere catene del valore e di fornitura in un singolo paese (sia esso la Cina o altri) o diversificare maggiormente. Vedremo quali saranno i risultati di queste riflessioni.

Durante le “Due sessioni” tenutesi a fine maggio a Pechino, nel rapporto di lavoro del governo, il premier cinese Li Keqiang ha detto che bisogna utilizzare ulteriormente gli investimenti stranieri, e creare un ambiente di mercato che offra pari condizioni alle imprese a capitali cinesi e stranieri, oltre che una concorrenza leale. Lei come vede gli impegni del governo cinese per ampliare l’ulteriore apertura e per ottimizzare l’ambiente imprenditoriale?

L’apertura del mercato ad aziende straniere a mio avviso non può che fare bene all’economia cinese. Snam ha accolto con favore le dichiarazioni del Premier e incoraggia il Governo cinese ad attuarle con celerità riducendo ulteriormente le barriere di accesso in alcuni settori per aziende a capitale straniero.

Quest’anno ricorre il 50esimo anniversario dell’allacciamento dei rapporti diplomatici tra i nostri due Paesi. Negli ultimi mesi, nel far fronte all’epidemia di Covid-19, abbiamo nuovamente avuto riprova di quanto siano forti l’amicizia tradizionale, il sostegno reciproco e la cooperazione bilaterale che legano i nostri Paesi, ivi inclusi gli ottimi rapporti nel settore imprenditoriale. Secondo Lei, in che modo tutto ciò favorirà gli scambi e la cooperazione economico-commerciale tra i nostri due Paesi?

Il 2020 è un anno di particolare importanza per Italia e Cina: questo anniversario sarebbe stato celebrato con molte iniziative culturali di grandissimo spessore. Purtroppo l’epidemia ha cancellato molti di questi eventi che saranno recuperati nei prossimi anni. Oggi il modo migliore per celebrarlo è proseguire e rafforzare la cooperazione tra i nostri due Paesi. L’energia è sicuramente uno degli ambiti in cui è possibile immaginare nuove forme di cooperazione bilaterale.

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