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Gli Usa che uccidono civili non hanno alcun titolo per parlare di diritti umani!

criPublished: 2021-12-23 21:32:22
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La giornalista Azmat Khan di recente ha pubblicato un suo reportage investigativo sul New York Times in cui ha dimostrato le “voci” sui soldati statunitensi che nel corso di operazioni militari hanno ucciso dei civili. Azmat Khan ha detto che gli Usa hanno creato un sistema insanguinato per “coprire il vero numero delle vittime degli attacchi aerei e legittimare altri missioni di questo tipo”.

Secondo alcuni dati, in 20 anni di guerra tra l’Iraq e l’Afghanistan, e tra la Siria e lo Yemen, oltre 90 mila di attacchi aerei lasciati dagli Stati Uniti hanno provocato almeno 48 mila morti tra la popolazione civile. I soltati americani, hanno sparato su “contadini intenti al lavoro nei campi, su bambini che giocavano, su intere famiglie che si stavano dando alla fuga e su persone che si nascondevano in alcuni edifici…” Questi crimini efferati hanno completamente smascherato la bugia secondo cui gli attacchi aerei non causeranno un grande numero di vittime civili.

In realtà le truppe americane non si scusano, non pagano risarcimenti e ammettono le proprie responsabilità, e questa è diventata una situazione normale. Giorni fa, il Pentagono ha riferito la decisione di non imporre alcuna forma di punizione ai militari americani dopo l’attacco del drone a Kabul. Questa operazione militare è costata la vita a 10 civili – tra cui 7 bambini – ed è stato fortemente condannato dalla comunità internazionale.

I politici di Washington sono più coscienti di qualunque altro dei crimini compiuti dalle forze armate americane. Questo perché a settembre dell’anno scorso, quando la Corte penale internazionale intendeva aprire un’indagine, l’allora presidente americano ha rifiutò apertamente e sanzionò due funzionari della Corte.

È ora che la comunità internazionale compia delle indagini e si renda conto dei crimini di guerra commessi dagli Stati Uniti! Chi ha fatto il male e chi ha difeso queste azioni dovranno essere puniti. La giustizia potrà arrivare in ritardo ma non essere mai del tutto assente.

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