Gli Stati Uniti non sono qualificati a riempirsi la bocca della parola “democrazia”
Recentemente, gli ambasciatori di Cina e Russia negli Usa hanno pubblicato congiuntamente un articolo sulla rivista statunitense “The National Interest”, esprimendo la loro ferma opposizione al cosiddetto “Vertice sulla democrazia” che sarà organizzato dagli Stati Uniti. L’articolo ha suscitato una diffusa preoccupazione nell’opinione pubblica internazionale. Il mondo ha visto chiaramente da tempo che questo cosiddetto “Vertice suella democrazia” previsto per il dicembre di quest’anno non è altro che un trucco degli Stati Uniti per fomentare lo scontro ideologico, creare divisioni e mantenere l’egemonia nel mondo, ed è anche una mossa pericolosa per far tornare in vita la mentalità da guerra fredda.
Secondo una notizia pubblicata dalla China Society for Human Rights Studies, dalla fine della seconda guerra mondiale al 2001, ci sono stati 248 conflitti armati in 153 regioni del mondo; tra questi ben 201 (l’81%), sono stati iniziati dagli Stati Uniti. Dal bombardamento della Repubblica Federale di Jugoslavia, all’invasione dell’Afghanistan, all’intervento militare in Iraq e in Libia, la cosiddetta “trasformazione democratica” promossa dagli Stati Uniti ha provocato enormi perdite umane con il ferimento di moltissimi civili e danni economici, e ha fatto precipitare i paesi coinvolti in disordini a lungo termine.
Negli ultimi anni, per contenere lo sviluppo della Cina, alcuni politici statunitensi hanno di nuovo fomentato divisioni e provocato scontri nella regione dell’Asia-Pacifico col il pretesto della “democrazia”, diventando i più grandi sabotatori della pace e della stabilità in queste regioni.
La democrazia è un valore comune perseguito da tutti i paesi, non uno strumento politico ad uso e consumo degli Stati Uniti. Di fronte ai crimini da loro commessi con l’invasione di altri paesi e con i danni inflitti alla sicurezza di diverse regioni del mondo provocando divisione, Washington non ha alcun diritto di parlare di democrazia.