ITALIANO

Astenersi o esprimersi, questo è il dilemma

criPublished: 2021-08-02 11:47:30
Share
Share this with Close
Messenger Pinterest LinkedIn

Se è vero che l'osservatore contemporaneo sta giocando un ruolo sempre più importante nel sistema dell’arte, la Teoria Eventualista ha sancito esattamente questo concetto nel principio dell’astinenza espressiva: “L'artista deve evitare di esprimere se stesso e la propria opinione o le proprie emozioni. Deve provocare l'espressione spontanea e involontaria del pubblico con le sue diverse e conflittuali interpretazioni” (Sergio Lombardo, 1983). L'artista Eventualista deve quindi evitare di esercitare la sua espressività, al fine di far emergere l'espressività dell'osservatore. Lo avevano intuito i Futuristi, e oggi è diventato un pilastro della ricerca scientifica in campo artistico.

Come conseguenza di questo principio, la materialità dell'opera d'arte perde il suo valore, le abilità artigianali dell’artista perdono di importanza, mentre l'espressività del pubblico guadagna posizione. Anche Xu Bing sembra andare in questa direzione, soprattutto quando dichiara: “Volevo fare un film senza attori, né regista”. Un po’ film e un po’ documentario, Dragonfly Eyes offre allo spettatore continue emozioni contrastanti: paura, sorpresa, senso della catastrofe, ilarità, sgomento, terrore, curiosità. In fondo, è un’opera sul tema della sorveglianza che la tecnologia esercita sul cittadino, ma anche un’indagine fredda sul tema dell’evento, inteso come macro realtà e situazione d’emergenza, ovvero quelle situazioni che noi vorremmo dominare, ma che invece mettono a nudo le contraddizioni più profonde della nostra personalità, rivelando la nostra vera immagine.

Vi sono comunque alcune differenze da tenere in considerazione. La prima: mentre nel Futurismo e nell'Eventualismo lo spettatore è profondamente coinvolto e immerso nella realtà vera, nell’hic et nunc, nel film di Xu Bing lo spettatore rimane sempre al di fuori della vera esperienza di pericolo e catastrofe. E’ pur vero che, come i neuroscienziati hanno da tempo dimostrato, il coinvolgimento fisiologico a livello dei neuroni specchio è fortissimo e segnala sempre una partecipazione empatica e interattiva dello spettatore all’evento percettivo. E’ indubbio oggi che la virtualità tecnologica condizioni fortemente la nostra vita psichica.

Vi è anche una seconda differenza: con l’aiuto di una voce narrante, l’artista cinese ricostruisce una sorta di trama neoromantica sull'intero video-collage, creando la fiction di una storia d'amore che tenta di governare le sorti dell’intero film. Se, usando il found footage Xu Bing aveva avviato un processo freddo, inespressivo (in linea con la radicale natura scientifica dell'Avanguardia), ripristinando la narrativa autoriale attraverso l’invenzione di una trama, fornisce una lettura postmoderna dei fatti, quasi un’ancora di salvezza per lo spettatore terribilmente soverchiato dalla realtà catastrofica globale. Insomma, l’osservatore contemporaneo è pronto a esprimere se stesso attraverso uno stimolo artistico, senza avere più bisogno di appoggiarsi all’espressività dell’artista? Questa è la sfida. La conferenza è stata l’occasione per un confronto costruttivo tra l’arte orientale e occidentale dei nostri giorni, e soprattutto per verificare come il pensiero delle avanguardie storiche europee sia fondamentale, anche per gli sviluppi futuri dell’arte cinese. Certo, il principio dell’astinenza espressiva non è facile da perseguire; la linea espressionista è sempre in agguato e ancora oggi trattiene l'arte dal fare un salto definitivo verso la scienza. Ma quel principio ci mostra chiaramente la via, l’orizzonte futuro.

L'autrice è professore di Psicologia dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, coautrice con Hsingyuan Tsao di “L’arte che anticipa il futuro. Teorie e opere dell’Avanguardia italiana, dal Futurismo all’Eventualismo”,

Lap Editions, Beijing, 2019

首页上一页12 2

Share this story on

Messenger Pinterest LinkedIn