Wuhan dopo l’epidemia: ripresa della vita normale, tra ricordi tristemente indelebili e voglia di dimenticare
Il primo settembre 2020 sono ufficialmente cominciate le attività degli asili e delle scuole elementari e medie di Wuhan, frequentati da circa 400 mila bambini e alunni. Allo stesso tempo il 22 agosto sono state ripristinate le lezioni in alcune università locali, con un ritorno scaglionato negli atenei. Come ha detto uno studente locale del secondo anno della Facoltà di Giurisprudenza: “Sono lieto di tornare al campus. Sebbene già da parecchi mesi stiamo seguendo le lezioni via Internet, le lezioni in presenza sono tutta un’altra cosa”.
Così come le scuole elementari e medie e gli asili, anche tutte le università locali devono controllare la temperatura corporea degli studenti e riferire immediatamente ogni qualvolta sospettano di aver trovato potenziali casi di contagio da Covid-19.
Wuhan è una città nota per la sua vivace vita culturale e notturna. Oggigiorno i pub e i ristoranti locali sono pieni di gente come in passato, così come anche i musei ed altri luoghi pubblici dove si fa cultura sono ormai riaperti. Numerose persone camminano sul lungofiume e frequentano i mercati notturni. Da ciò si può affermare che gradualmente la vita sociale e le attività di intrattenimento dei residenti di Wuhan sono state ormai ripristinate.
Il 20 novembre scorso, presso il Centro sportivo di Wuhan, si è tenuto il primo concerto di grandi dimensioni organizzato su territorio cinese dallo scoppio dell’epidemia: il “Night of The Voice of China 2020”. Per garantire la sicurezza dell’evento sono state attuate diverse misure di prevenzione, ivi inclusi l’acquisto di biglietti con il nome autentico e l’ingresso con verifica della carta d’idendità e contemporaneo riconoscimento facciale.
Allo spettacolo sono andati 40 mila spettatori, i quali hanno potuto accedere al Centro sportivo previa riconoscimento facciale e verica della carta d’idendità e del biglietto. Si è trattato del primo concerto tenuto a Wuhan dopo lo scoppio dell’epidemia ed è anche stato l’evento musicale con più spettatori in Cina nel 2020. Non c’è dubbio che questo spettacolo abbia dato un positivo impulso al mercato culturale cinese.
Tuttavia, l’epidemia qui c’è stata davvero e ha influenzato la vita di quasi tutti i cittadini di Wuhan. Dopo lo scoppio epidemico, la città è stata conosciuta dal mondo intero, ma ogni volta che se ne parla si menziona sempre anche il coronavirus, con pochi commenti positivi.
Evitare il dolore è uno degli istinti primari dell’uomo. Nessuno vorrebbe ricordare la solitudine e le paure vissute in passato. “Mi è sembrato di vivere un incubo terribile, ma ora ci stiamo risvegliando”. Tutti noi, cinesi e stranieri, siamo uguali davanti alla sofferenza.
Allo stesso tempo, questa città ormai rinata sta tentando di far tesoro di questa dolorosa esperienza. Durante una recente mostra sul Covid-19, numerosi visitatori hanno fatto una lunga fila per vedere le tute di protezione firmate che sono state indossate dal personale sanitario nel corso della battaglia contro il coronavirus, esposte dentro delle vetrine. Tutto ciò incoraggierà senza dubbio gli abitanti di Wuhan a continuare a vivere con tenacia e ottimismo la loro vita.